Garrett Gerloff (GRT Yamaha WorldSBK Junior Team) è il decimo pilota in questa stagione a salire sul podio nel Campionato del Mondo MOTUL FIM Superbike. Al Circuit de Barcelona-Catalunya in Gara 2 del primo Round Acerbis di Catalogna è arrivato terzo. È quindi il primo statunitense a salire sul podio dopo che l’ultimo era stato l’indimenticato Nicky Hayden.

Gerloff venerdì ha dimostrato il suo passo chiudendo al terzo posto le Prove Libere 1 pur non traducendo questo ottimo risultato in un bella prestazione anche nella Tissot Superpole; in Gara 1 infatti è partito dalla 15^ casella guadagnando una posizione per la Tissot Superpole Race per via della caduta riportata da Toprak Razgatlioglu (PATA YAMAHA WorldSBK Official Team). Il texano ha dimostrato un ottimo passo come sempre nel corso di questa stagione per chiudere con un’ottava piazza conquistata in Gara 1 a cui ha fatto seguito la quinta nella Superpole Race che gli ha permesso di partire bene in vista di Gara 2.

Il 25enne è stato molto bravo ad approfittarne e a chiudere sul podio senza dimenticare anche il sorpasso effettuato all’ultimo giro su Michael van der Mark (PATA YAMAHA WorldSBK Official Team) per il secondo posto finale. Solo un errore alla curva 10 ha consentito all’olandese di riportarsi davanti ma in ogni caso Gerloff ha conquistato il miglior risultato in carriera nel WorldSBK.

Il giovane pilota a stelle e strisce ha commentato: “Sul podio ho pensato al fatto di essere il primo statunitense a tornare tra i primi tre. L’ultimo era stato Nicky, un ottimo ragazzo e a cui io ero abbastanza legato. Ero più legato a Roger, suo fratello, oltre che ad altri ragazzi del Kentucky di vicino Owensboro. Alcune volte sono riuscito ad allenarmi con Nicky. Mi ha ispirato davvero tanto vederlo lavorare così a fondo e vedere anche quanto fosse umile e legato alla sua famiglia. Era un ragazzo come tanti altri, non era Nicky Hayden 'campione del mondo nel MotoGP™'. Era Nicky Hayden da Owensboro, Kentucky. Si sedeva e parlava con te, mi ha ispirato moltissimo”.

“Lui è stato uno dei grandi motivi - insieme a Ben Spies e ad altri ottimi piloti statunitensi che sono arrivati nel Campionato del Mondo e hanno fatto bene - che mi hano spinto a non fermarmi mai e a continuare a lavorare sempre. Non sai mai quanto potresti arrivare lontano. Gli devo molto! Che lo abbia fatto e vinto il mondiale MotoGP™ nel 2006 è stato qualcosa che sentivo nel cuore e che mi spinge a lottare da molto tempo. È fantastico seguire il suo percorso. Spero solo di essere un centesimo del ragazzo che lui era”.

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